lunedì 14 febbraio 2011
SANCTUM
Pare che il James Cameron di oggi sia diventato un po' come lo Steven Spielberg degli ultimi anni: un nome da piazzare in locandina come simulacro di qualità, un marchio che a distanza di poco più di un anno dall'uscita dell'epocale Avatar suona come una sirena ammaliante. Ecco allora arrivare la produzione d'eccellenza di Cameron per un action sotterraneo impreziosito dall'utilizzo della tecnica 3D, Sanctum.
Sanctum è un piccolo Avatar. Smorzate gli entusiasmi però. Chiariamo: così come il kolossal in digitale del 2009, il film diretto da Alister Grierson è eccellente nelle sue componenti tecniche ma lascia alquanto a desiderare dal punto di vista narrativo e delle caratterizzazioni. Se il 3D rende molto bene il mondo claustrofobico e subacqueo mentre l'eccellente fotografia fonde il tutto, la sceneggiatura e i dialoghi sono quanto più di momo-dimensionale si possa immaginare. Anche per Avatar, in proporzioni minori, era successa la stessa cosa: ma mentre il mondo dei Na'Vi conservava il suo fascino anche nella linearità della trama, Sanctum sprofonda nella banalità di una messa in scena senza il minimo slancio. Senza un budget di centinaia di milioni di dollari (qui ne sono stati spesi 30), questa volta la tecnica non è riuscita a sostituire completamente un copione debole e senza colpi di scena.
Se non si affrontasse questa avventura con gli occhialini, le emozioni sarebbero veramente poche e classificheremmo Sanctum come un b-movie del tutto trascurabile: ben altro ci si aspetta(va) dalla benedizione di James Cameron.
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